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Roccia Ghiaccio Neve
Formazione aziendale

Il Metodo Caruso ha cominciato a svilupparsi nel momento in cui ho cominciato a studiare e a comprendere le differenze tra ciò che è oggettivo e universale e ciò che è particolare e soggettivo. La Tecnica esiste solo perché individua gli elementi oggettivi del movimento sul verticale, i quali includono anche gli infiniti particolari ma solo a posteriori, in aggiunta e a complemento di quelli universali. Una tecnica che si pone come primo obiettivo di insegnare aspetti soggettivi, come ad esempio l’esperienza specifica di un singolo istruttore, non potrà mai essere universale e giusta. Questo carattere di oggettività ha permesso anche di identificare gli elementi comuni fra discipline quali l’arrampicata, l’alpinismo, il ghiaccio, lo sci, ma anche il tai chi o il qi gong.

Le persone poco esperte individuano con facilità le differenze esistenti tra le varie pratiche, ma difficilmente vedono i punti in comune, non riuscendo a mettere in relazione fra loro più elementi. Vedono tutto scollegato e si muovono di conseguenza. Gli atleti evoluti riescono invece a coordinare diversi aspetti perché hanno imparato a sviluppare le giuste “sinapsi”. Nel passato, alcune culture che miravano all’equilibrio mente/corpo (mens sana in corpore sano) concepivano un vero addestramento fisico solo se questo coinvolgeva a pieno titolo le sfere cognitive. Negli anni ’90 un allenatore del Coni, facendo autocritica, mi raccontò di un campione europeo di atletica che aveva paura di attraversare la strada… Un atleta specializzato, per certi versi un super-uomo, che ha difficoltà a compiere un semplice atto della vita quotidiana è forse il simbolo di un’aberrazione dello sport, di una visione estremizzata e parziale che non può che portare a un disequilibrio psico-fisico.

Con queste premesse, non è difficile capire le ragioni delle contrapposizioni che tutt’ora sussistono tra boulder e falesia, monotiri e vie lunghe, falesia e montagna, ma anche tra roccia e ghiaccio, tecnica e prestazione, sci su pista e fuoripista. Ma è anche facile comprendere la disarmonia esistente tra addestramento ginnico e capacità lavorativa. Questi contrasti esistono solo perché si è incapaci di coordinare aspetti che sono diversi nella forma, ma la cui sostanza può essere in comune. In particolare, lo è nel momento in cui si hanno ben chiari i principi universali e oggettivi che sono alla base delle “diverse” attività.

Qualsiasi azienda deve affrontare problematiche simili a quelle prese in considerazione dal Metodo Caruso, quali ad esempio:

  • Conoscenza dei fattori che influenzano l’attività e delle risorse di cui si dispone

In arrampicata: forza di gravità, schemi motori più funzionali relativi al baricentro e agli arti, capacità di coordinare i diversi elementi, ecc.

Nel lavoro: esigenze del mercato, strumenti e potenzialità dell’azienda, capacità di coordinare i vari reparti, ecc.

  • Conoscenza dei principi che sono alla base del movimento e dell’azione

In arrampicata: mantenimento dell’equilibrio, alternanza tra fase statica e dinamica, tra finali e intermedi, previsione e anticipo, ecc.

Nel lavoro: sostenibilità economica, alternanza tra progettazione e attuazione, tra fasi stressanti e di rilassamento, ecc.

  • Individuazione delle tecniche, delle tattiche e degli schemi utilizzabili
  • Capacità di adattare le tecniche individuate e le soluzioni in base alle esigenze del singolo momento o del mercato
  • Capacità di valorizzare gli strumenti a nostra disposizione: appigli e appoggi oppure le risorse umane
  • Individuazione del punto focale (PF) per capire qual è il vero problema da risolvere, cioè la causa principale del problema
  • In senso lato, conoscenza e comprensione di quello che si fa